Il ‘Comitato Donne 13 Febbraio_Pisa’, a seguito delle dichiarazioni rilasciate alla stampa dall’Assessora del Comune di Pisa Marialuisa Chiofalo, intende fare alcune importanti precisazioni su quanto è stato scritto.
In particolar modo, le frasi: “Ma a Pisa 30.000 persone sono scese in piazza il 13 Febbraio per affermare la propria fiducia nelle Istituzioni previste dalla Costituzione (civili, scolastiche, militari) e nei loro meccanismi democratici di auto/etero-controllo, il proprio spirito critico nel discernere tra fatti e propaganda, la fiducia nella scuola pubblica.” pubblicate su Pisanotizie in data 19 marzo u.s. ci sembrano non corrette rispetto allo scopo della manifestazione né tanto meno all’appello che ha portato alla stessa.
Nello specifico, il comunicato “Se non ora quando”, redatto dal ‘Comitato Donne 13 Febbraio_Pisa’, ha posto l’accento su come “ Attorno al corpo delle donne e la sessualità in genere, il suo controllo e mercificazione, si è strutturato un sistema che modifica la politica. Sono fenomeni che intersecano la crisi economica, con una inoccupazione e disoccupazione femminile fra le più alte d’Europa e la profonda crisi della rappresentanza che da troppi anni ormai, con attacchi alla Costituzione e delegittimazione del Parlamento, avvelena la scena politica.”
Hanno aderito alla Manifestazione associazioni e donne e uomini singolarmente: i partiti e le istituzioni sono stati volutamente invitati a non partecipare con i propri simboli.
A maggior ragione siamo stupit* che venga data una lettura che stravolge l’intenzione ed i contenuti di una piazza che ha espresso politiche altre e diverse da quelle imposte quotidianamente dal governo nazionale e locale.
Sentendoci inoltre chiamat* in causa anche sulla questione della “Giornata della solidarietà”all’interno della caserma Gamerra di Pisa, ribadiamo che non riteniamo questa inziativa proponibile e ci sentiamo di condividere le parole di Lidia Menapace: “di fronte a possibili involuzioni politiche e a coinvolgimenti dell’Europa nelle pericolose crisi nel Mediterraneo è anche più necessario affermare appunto il ripudio della guerra e la ricerca di forme politiche e di culture efficaci a inverare il dettato costituzionale. Anche perché le armi e il militarismo cui si ricorre nei periodi di crisi (anche tra le due guerre mondiali del resto) non possono più nascondere che, quanto più sono orrendamente distruttive, e ipocritamente dichiarate mezzi “umanitari”(!), tanto più sono inutili: è corruzione usarli nella formazione dei piccoli e dei ragazzi e ragazze.”
Invitiamo, dunque, tutte e tutti, in particolare l’Assessora, a rileggere il comunicato che alleghiamo.
Il Comitato Donne 13 Febbraio_Pisa