Pubblichiamo dal sito di aut aut Pisa un articolo che parla dell’organizzazione della giornata dell’8 marzo, redatto dopo la conferenza stampa di ieri mattina e che ci fa piacere condividere.
Buona lettura!
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Disseminiamo l’8 marzo: una città cento piazze
Oggi alla Casa della Donna di Pisa è stato presentato il progetto per la creazione di un 8 marzo diverso, partecipato, rivendicativo, femminista. La giornata dell’8 marzo è una tappa del percorso nato con la manifestazione del 13 febbraio, che a Pisa ha saputo portare molti contenuti anche di rottura rispetto alle derive perbeniste della chiamata nazionale; ha permesso uno scambio e una collaborazione tra soggetti differenti, ha creato una nuova rete tra individui, collettivi e associazioni che, sulla necessità di mettere in condivisione le proprie lotte ed i propri bisogni, ha trovato nella questione di genere il punto di incontro.
Virginia Del Re, la presidente della Associazione Casa della Donna, descrivendo come è nato e in che modalità si è sviluppato il Comitato delle Donne 13 febbraio, ha spiegato che raccoglie molti percorsi diversi che sono stati presenti e radicati sul territorio da anni e che hanno iniziato un dialogo in rete. La Casa recepisce come dato positivo il fatto che a questo Comitato partecipino anche molt* giovan* e che nello spazio di riflessione si siano inseriti anche gli uomini, intenzionati a rompere con privilegi, stereotipi e modelli realzionali che anch’essi vivono come un’imposizione di una società patriarcale. La giornata dell’8 marzo, strutturata per valorizzare e portare in piazza queste differenze, crea vari momenti di presenza in città su diverse tematiche tutte collegate dall’elemeno comune del “corpo”, inteso come campo di battaglia.
Il titolo di questa mobilitazione cittadina è proprio: “Disseminiamo l’8 marzo: una città cento piazze”. L’8 marzo si apre con volantinaggi davanti a scuole e materne per i diritti allo studio e al lavoro. Segue, sempre in prima mattinata (9-10.30), un presidio itinerante all’interno della struttura dell’Ospedale Santa Chiara, al grido di “l’Autodeterminazione non si tocca”, il corpo della donna non è un luogo pubblico. Come spiega Carlotta: “Per difendere la 194, i consultori laici e pubblici (minacciati ad esempio in regioni come il lazio dalla proposta di legge Tarzia), per dire che la legge 40 così com’è non ci piace, per un diritto alla sanità che non guardi permessi di soggiorno, per denunciare i tagli alla spesa pubblica che in una situazione di impoverimento collettivo mette a repentaglio il diritto alla salute e alle cure mediche, per smascherare la medicalizzazione come forma di controllo e biopotere”.
Alle ore 11 fino alle 13 performance al supermercato Coop di Cisanello “Corpi precari: donne, lavoro, crisi e consumo”. Casalinghe anni ’50 dibattono di precarietà e crisi nella società del consumo. Alle ore 13, consegna sotto la prefettura del nostro “Cahier de doléances”, per denunciare la situazione disastrosa della realtà lavorativa anche nel territorio pisano che colpisce soprattutto donne e giovani. Alle 17, in Piazza della Stazione le associazioni DIM (Donne in Movimento), Admi, Casa della Donna, Africa Insieme e molte altre realtà, organizzeranno un presidio per i diritti, il lavoro, la solidarietà e la pace dal titolo: “Corpi che arrivano e partono, attraverso i confini, con le donne migranti”. Per i diritti e l’autodeterminazione dei soggetti migranti, in particolar modo per il diritto delle donne migranti a prendere parola sul proprio corpo e le proprie scelte. Contro le ordinanze comunali razziste e sessiste.
Alle ore 20 in Piazza delle Vettovaglie, performance al grido di : “Noi Vogliamo Tutto! Desideri, necessità, futuro”. Come spiega Mariangela: “Per troppo tempo ci hanno detto cosa dovevamo fare, cosa dovevamo essere, cosa dovevamo pensare. Abbiamo combattuto a lungo e hanno provato a farci credere di aver vinto, di essere finalmente libere, di poter davvero autodeterminare le nostre vite, i nostri corpi, le nostre idee, senza dipendere dal marito, il fratello, il padrone, o il maschio di turno. Non è stato così. Ogni giorno, nell’indifferenza generale, i diritti per cui abbiamo combattuto tanto a lungo – dall’aborto alla contraccezione, dal diritto alla maternità all’accesso agli asili nido – vengono attaccati, smantellati o addirittura negati. Ma noi non rimarremo a guardare. Come il 13 febbraio, con gli ombrelli rossi, scenderemo in piazza anche l’8 marzo, non per celebrare un’immagine di donna italiana rispettabile o attaccare chi vive una vita diversa dalla nostra, ma per dire di nuovo con forza che noi vogliamo tutto e lo vogliamo ora. Per questo l’8 marzo ci incontreremo ciascun* urlando a gran voce quello che vuole da questo mondo, come donna e come individuo. Perché noi non dobbiamo niente a nessuno, ma vogliamo tutto, perché è ciò che ci spetta”.
Dopo la performance alle 21 dalla piazza partirà una Street Parade di Corpi (S)mascherati. Il corteo accompagnato dalla Marching Band Sambalordi, gruppo di percussioni afro-brasiliane, porterà in strada in modo carnevalesco e chiassoso un mondo alla rovescia che riparte dal nostro immaginario, libero e irriverente, (s)mascherando chi ci opprime e ricreando situazioni surreali in cui si destruttura la realtà fino a farle assumere i contorni del nostro desiderio. Sarà quindi molto probabile incontrare capi ufficio che strappano dimissioni in bianco, preti che regalano preservativi, medici (non più) obiettori che informano su sessualità e contraccezione, pro-life per la vita delle donne e molto altro ancora.
Inoltre, come da tradizione, la Casa della Donna resterà aperta a tutte e tutti dalle ore 17.30, mentre alle 21 concerto del duo musicale “Rosalba e Giuliana”.
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