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Muovendosi in difesa

Le mie impressioni sulla nostra manifestazione al Santa Chiara nel giorno della festa della donna.

Io ho avuto la sensazione che abbiamo fatto una piccola cosa, però ci siamo fatte sentire, vedere e ascoltare; diverse persone si sono fermate a salutarci, alcune/i ci hanno fatto festa (penso che avrebbero voluto essere con noi), alcune/i sono rimaste più distaccate, ma la sensazione era che il tema li interessava da vicino. Quello che mi è piaciuto di più è che con così poco siamo riuscite a fare tanto, penso che questa esperienza si possa trasferire ad altro; tutte le manifestazioni di quest’ultimo mese ci dimostrano che comunque non bisogna scoraggiarsi, bisogna muoversi, farsi sentire, stare vicine/i e compatte/i.

Mi è piaciuta molto anche la preparazione dell’evento, nelle nostre riunioni mi sono trovata bene, ognuno portava qualcosa di suo che subito si amalgamava con tutto il resto e si arricchiva dei contributi di tutte; penso che, senza vincoli di tempo, avremmo potuto stare ore a tirare fuori slogan e cartelli, a tirare fuori tutto quello che abbiamo dentro e che abbiamo tenuto dentro per troppo tempo.

Soprattutto quest’ultima cosa per me è importante, forse altre hanno partecipato attivamente negli ultimi anni, io invece meno. Non è che io sia chiusa sulla mia vita personale, perché ho sempre cercato sia sul lavoro, che nella famiglia, che nelle varie attività, di far vivere le mie idee, però ora mi sembra diverso, è la dimensione collettiva che cambia tutto; ho sentito forte il bisogno di tornare in piazza a manifestare, a gridare, portare cartelli, e dico tornare perché molti anni fa io c’ero già stata in piazza. È molto diverso trovarsi e ritrovarsi insieme, confrontarsi, parlare, e questo è bellissimo; a me piace moltissimo stare vicine, stare unite, mi rallegra lo scambio di mail, a volte frenetico e difficile da seguire, ma che mi illumina un momento un po’ grigio, magari sul lavoro o tra le incombenze di casa; mi arricchisce sentire intorno a me tante idee e riflessioni a cui io non avevo pensato.

È anche tutto molto diverso dai movimenti di trenta quaranta anni fa, allora ci si muoveva d’anticipo, perché volevamo cambiare tutto, ora mi sembra, purtroppo, che ci si muova in difesa, perché gli attacchi sono continui e pesanti; io mi sento aggredita come donna, ma anche come lavoratrice, come madre, come docente, come cittadina, come futura pensionata, veramente mi sento aggredita in tutti gli aspetti della mia vita; forse è per questo che sentiamo forte il bisogno di fare qualcosa. Con queste ultime manifestazioni abbiamo scoperto che possiamo farlo, che dobbiamo farlo e vogliamo farlo e lo vogliamo fare insieme, e continueremo così!

Maria Laura

 

Posted in 8 marzo, primo piano.