“Tutti i comitati interessati tra ottobre e novembre devono elaborare proposte su welfare-lavoro-rappresentanza-rappresentazione, non un’elencazione dei mali ma come vorremmo che l’Italia fosse governata su questi aspetti.“
Dovrò parlare con il Comitato Pratese della sintesi della riunione di Roma, comunque, una volta letta, rimane l’opinione che sia alquanto deludente, per diversi motivi.
1) Trovo giusto che si tenti di fare una riflessione sulla problematica sopra-riportata in neretto, ma i tempi di questa riflessione mi sembrano del tutto sbagliati. Inoltre una riflessione del genera ed una sintesi nazionale, comporterà dei tempi lunghissimi! Perché dire quali sono i mali è abbastanza semplice, anche dire come vorremmo questo paese è abbastanza semplice (anche se, su certi temi, ci ritroveremo a discutere all’infinito!), ma elaborare proposte di cambiamento reale è abbastanza complicato.
Detto in soldoni, noi possiamo anche dire che ci vuole un welfare migliore, che ci vogliono più asili, che ci vogliono più servizi alla persona, che ci vogliono più tutele sul lavoro per le donne, che servono più donne in politica (su questo poi ci sarebbe da discutere), ma siamo in un momento in cui, a destra (ma anche a sinistra), ti verranno a dire che non si può, perché il paese è in crisi e ci vogliono troppi soldi, mentre adesso si devono fare dei sacrifici. E noi che faremo a quel punto? Dovremo fare tutta una riflessione per spiegare il punto di vista delle donne sul fallimento di questo paese?
Inoltre abbiamo visto come è difficile raggiungere una sintesi a livello regionale, figurarsi a livello nazionale!!!!! Senza nessun passaggio intermedio!
2) questo movimento ha trovato la sua forza nei media, nella rabbia che ha moltiplicato la partecipazione e nel vuoto sociale e politico che c’è in questo paese. E adesso cosa facciamo? Ci chiudiamo nelle nostre stanze a riflettere e discutere su come vorremo questa società, senza aver contribuito minimamente a buttare giù l’esistente? Lo capisco che non si può aderire ad una manifestazione, se non si ha chiaro quello che si vuole fare in futuro, questo è formalmente corretto, ma nella pratica è suicida!
Ed il motivo è venuto fuori con chiarezza anche nella nostra riunione regionale: dobbiamo essere visibili per essere forti ed essere forti per influenzare davvero il cambiamento.
Sarò un po’ cinica, ma secondo me dovremmo cavalcare la protesta, anche se non dice nulla di assolutamente concreto, anche se non fa una proposta, questo è il momento di dire “adesso basta, tabula rasa e si ricomincia da capo”. Nella mail che c’invitava alla riunione del 2 ottobre si diceva che il sistema fin qui in essere è fallito, perlomeno questo si poteva gridare in piazza????
Il Comitato di Prato aderisce alla manifestazione del 15 ottobre: anche se il suo compito si limitasse ad informare le persone sui pullman che partono per Roma, già sarebbe un passo avanti, perché il Comitato sarebbe stato un punto di riferimento per chi ha la volontà di partecipare al cambiamento di questo paese, intanto iniziando ad indignarsi!
Vi terremo aggiornati.
Per qualsiasi altra iniziativa che venga dagli altri comitati Regionali siamo pronti a discutere insieme e a dare il nostro contributo.
Siamo pronti anche ad iniziare una riflessione sulla base delle richieste del nazionale, intanto chiariamoci su un punto: cosa s’intende per “rappresentanza-rappresentazione”?
Infine, visto che siamo tra donne e si può parlare di stati d’animo, vi dico che sono veramente delusa ed arrabbiata con il Comitato nazionale. In questo momento, il silenzio è veramente irritante!
Valentina