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Il #femblogcamp mi fa sentire meno sola!

Da Femminismo a Sud il report di Antonella. Qui sotto le immagini di Slavina del Reading al FemBlogCamp

Ciao a tutt*,
finalmente ho deciso di iscrivermi alla mailing list del camp.
Sono Antonella ed ero anche io all´Askatasuna la settimana scorsa. Il mio modo di esserci era un pó diverso da quello della maggior parte delle persone lí: io non ho un blog e mi sentivo piú che altro una osservatrice. Per tutti i giorni ho osservato con attenzione, ho seguito anche i workshop naturalmente e li ho trovati tutti molto interessanti, ma la cosa che mi é piaciuta di piú é stato semplicemente guardare le donne che erano lí, tutte diverse ma tutte unite e organizzate per la buona riuscita del campo.

Sguardi duri, sorrisi teneri, incroci d´intesa, una “sorellanza” che scatta d´istinto tra i pentoloni della cucina, cambi di programma dell´ultimo minuto, Enza che gira per le sale con la sua telecamerina rossa e coglie gli attimi e si assicura che i turni di autogestione siano coperti, il freddo la mattina e l´odore del caldo da stufa che ci abbracciava col farsi della sera, donne di tutte le etá e di tutti i tipi, donne forti e determinate, che credono nella pratica politica, nelle diverse forme in cui essa possa manifestarsi.

Ed é proprio questo il punto su cui vorrei soffermarmi, sperando di non risultare banale o retorica: la pratica politica che in quei giorni abbiamo attuato a Torino, le proposte, il fermento, i dibattiti. É stato magico e per me, che ora vivo all´estero e considero l´Italia un paese addormentato nel quale non voglio piú vivere, una grandissima sorpresa, che mi ha dato speranza e mi fa sentire meno sola, anche da quaggiú.

Piú volte in quelle giornate si é parlato di corpo, nella varie sfaccettature che questa parola puó avere in diversi contesti: prima come oggetto che satura il palinsesto televisivo italiano, poi come arma, come campo di battaglia, presa di coscienza e sdoganamento di ruoli che non vogliamo piú avere. “Your body is a battleground”, come dice Barbara Kruger. Stare lí in quei giorni mi ha fatto sentire viva, mi ha fatto sperare che le cose in qualche modo possono cambiare, cambieranno, se continuiamo a fare rete.

Concludo citando un intervento di Laura Milani, che mi ha molto colpito, perché contiene al suo interno le due anime del campo, da un lato la forza e la determinazione, dall´altro la poesia e la leggerezza del rendere un gesto politico poetico e viceversa: “tremate, tremate, le farfalle son tornate”…
Aspetto con impazienza il nostro prossimo incontro e intanto vi abbraccio tutte, e lo faccio qui perché non ho osato farlo di persona al
termine della plenaria…
a presto anto

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